Vittoria Lombardi è stata ospite di SiDance in qualità di operatrice under35, accompagnata da Cristina Carlini, project manager di Crossing the sea per il capofila Marche Teatro. Vittoria Lombardi, grazie a SiDance, è entrata a far parte della delegazione ufficiale di PAMS – Performing Arts Market Seoul, prendendo parte all’evento di mercato e networking dedicato all’area coreana ed asiatica che ha raccolto quest’anno oltre 400 operatori ed artisti da tutto il mondo. L’operatrice ha seguito la programmazione degli spettacoli dei due eventi, ha preso parte ai momenti di networking ed è potuta entrare in contatto con diverse realtà e organizzazioni internazionali. Precedentemente, Vittoria Lombardi è stata ospite di Cross Festival durante le giornate di maggior presenza degli operatori esteri.
La figura del producer assume in Corea un ruolo molto più definito, con la responsabilità primaria di “volto e voce pubblici” della compagnia e dell’artista di rifermento. Non solo nel corso degli speech ma anche nelle occasioni di networking con gli operatori. Un posizionamento quasi esclusivo che demarca una divisione più netta tra le competenze che partecipano allo sviluppo di un processo creativo, e per differenza, sottolinea la fluidità che contraddistingue invece il contesto italiano nel definire ruoli e compiti dell’analoga figura professionale dell’”organizzatore”. Un tema su cui gli operatori culturali particolarmente dibattono.
Da sottolineare il differente uso della parola “market” a definire il contesto di networking delle quattro giornate di Pams – a differenza di simili contesti europei – e la piacevole organizzazione di un vero e proprio ambiente “fieristico” attraverso l’allestimento di stand fissi contraddistinti da un forte investimento in materiale promozionale e grafico per agevolare il marketing e la promozione delle compagnie presso i programmatori esteri.
Come producer e curatrice freelance nel campo delle arti performative e come progettista culturale, cammino nella terra di confne dove i linguaggi artistici e la ricerca socio-politica si incontrano e si alimentano vicendevolmente in un sistema virtuoso di scambi e rivelazioni. La dimensione internazionale è all’interno del mio percorso professionale presupposto essenziale per promuovere e coltivare buone pratiche e per l’individuazione di modi di produzione e approcci curatoriali sostenibili secondo una prospettiva crossculturale e transnazionale che possa nutrirsi delle differenze e del confronto tra contesti culturali e sociali differenti.